VIA FELIX, SAPORE DI CASA

Natale sulla Via Felix, 3 abbinamenti “arditi” per esplorare la tradizione enogastronomica di Caserta

Dal pesce fritto ai dolci tipici, passando per primi piatti e grandi vini territoriali, le vacanze natalizie a Caserta e provincia coincidono con una serie di appuntamenti immancabili con i gusti della tradizione. Oggi vi raccontiamo tre abbinamenti rigorosamente “made in Via Felix” che abbiamo provato per voi questo Natale.

Trascorrere un Natale sulla Via Felix significa approfittare di un’occasione unica per ritrovare in tavola tanti prodotti, ingredienti e preparazioni che danno lustro all’eccellenza gastronomica di Caserta e dintorni. La tradizione natalizia della Campania, d’altro canto, vive di tantissimi momenti di consumo, in cui i prodotti locali si ergono a protagonisti assoluti della scena. In questa abbondanza di sapori, profumi e racconti, ci siamo lanciati una sfida: individuare quali sono i piatti natalizi di Caserta e provincia durante le feste e abbinarli in modo rigorosamente territoriale. Assieme, perciò, sperimenteremo tre accostamenti arditi “made in Via Felix”, che meglio di altri raccontano storia e tradizioni culinarie di questi luoghi meravigliosi. Mettiamoci a tavola e cominciamo.

LA VIGILIA DI NATALE: COME ABBINARE IL CAPITONE FRITTO

La vigilia di “magro” a Caserta e dintorni si caratterizza per un pranzo molto leggero (paragonabile quasi a uno spuntino), seguito da una cena di pesce piuttosto variegata: si spazia tra conserve ittiche, primi piatti a base di frutti di mare e, soprattutto, tanta frittura. Tra questi non mancano praticamente mai all’appello il baccalà e, soprattutto, il capitone fritto.

Come abbinare il capitone fritto? In un menu del genere, così ricco di consistenze e sapori differenti, la vera sfida è trovare un vino territoriale sufficientemente versatile da accompagnare i commensali a tutto pasto. Se escludiamo il Falerno del Massico DOC bianco (che peraltro è prodotto alcune decine di chilometri più a nord dei territori attraversati dalla Via Felix), la Piana di Caserta non propone vini bianchi particolarmente strutturati, in grado cioè di fronteggiare con successo pesci a consistenza grassa, come Sua Maestà il capitone. Ciò significa che dovremo rivolgere la nostra attenzione a vitigni non stanziali.

Se vuoi provare a stupire i tuoi commensali, puoi abbinare il capitone fritto all’Aglianico rosato. Si tratta di una versione meno nota del famosissimo vino campano, prodotto da una pigio-pressatura molto lenta e leggera delle uve di Aglianico e che realizza, generalmente, un brevissimo passaggio sulle bucce macerate. Ne viene fuori un vino che, oltre a sposare con versatilità tutto il resto del ricchissimo menu di pesce, può stemperare la carica grassa del capitone, regalandovi un finale insolito e piacevole, fatto di eleganti e intensissimi profumi di sottobosco.

LA MAGIA DELLA MINESTRA MARITATA

Protagonista sulla tavola del 25 (o, secondo alcuni, 26) dicembre, la minestra maritata è un classico delle festività natalizie. E qui veniamo alla più classica delle domande: perché si chiama minestra maritata?

Sgombriamo subito il tavolo da ogni dubbio: non è una minestra legata in alcun modo a momenti “nuziali” o coniugali. Si tratta, infatti, di un piatto concettualmente molto semplice: una zuppa di brassicole ricchissima di pezzi di carne suina poco nobili, ma dal sapore davvero incredibile. Parliamo, perciò, di un piatto casereccio povero, antesignano delle odierne ricette “svuotafrigo”, che era anticamente servito in due soluzioni: inizialmente, le verdure venute a galla durante la cottura, dopodiché i pezzi di carne e il brodo residuo. “Maritata”, quindi, andrebbe letto come derivazione popolare del verbo latino “ministrare”, che vuol dire servire.

Nulla di meglio di un buon bicchiere di Casavecchia può accompagnare con sincerità questo piatto così “di casa”, creando un abbinamento rustico e verace che ci riporta indietro nel tempo, alle primissime origini contadine della Terra di Lavoro.

QUEI BISCOTTI AL LATTE DELLA TRADIZIONE…

La tradizione dolciaria partenopea s’intreccia irrimediabilmente con quella di tutta la parte nord della Campania. Dunque, non ci sono differenze tra Napoli e Caserta in fatto di dolci? Non esattamente. Ancor oggi resistono in diversi luoghi della provincia di Caserta produzioni speciali, connotate da un crisma di tipicità. Questo è, per esempio, il caso delle “polacche”, squisite brioche che rendono la città di Aversa oggetto di autentici pellegrinaggi da tutto il circondario. Anche a Natale, però, non mancano preparazioni super locali e caratteristiche.

A Curti, in queste settimane, è tempo di aughiare, biscotti natalizi al latte, morbidi e a lunghissima conservazione. Facili da realizzare in casa, conquisteranno adulti e bambini con il loro gusto semplice e senza tempo. Per chi bambino non lo è più, suggeriamo di gustare le aughiare in abbinata ai liquori cremosi a base di latte di bufala tipici di queste zone e, perché no, di inzupparli all’interno del bicchiere, proprio come a prima colazione.

Siamo giunti alla fine di questo primo, gustoso appuntamento con “Via Felix, sapore di casa”. Non ci resta che darci appuntamento… ai prossimi piatti.


No responses yet

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *